Crêpe-ology, Galle, Sri Lanka
Lo Sri Lanka si muove a ritmo della Terra. Si sveglia con i suoni della natura, il primo mattino ha il sapore del cocco e del riso, l’odore intenso del pesce fresco e ancor più di quello secco. Il rumore di passi veloci di persone che si affrettano verso il mercato. Ha la voce dell’oceano che mai si riposa.
La Natura è intrinseca alla vita di questo Paese. E come tutte le relazioni intime e profonde, questa non si distrugge mai, anche quando qualcosa lo rompe.
Come il 26 dicembre del 2004, quando uno tsunami, improvviso e violento, ha violato quest’isola, portando via con sé anche la vita che le persone conoscevano e sapevano vivere. L’anima dello Sri Lanka si porta dentro questa cicatrice, che sta curando con costanza, amore e grandissima dignità. Riconosci tutte queste virtù nei sorrisi dei bambini, quando spensierati si tuffano in acqua lasciandosi inseguire dalle onde.
A prendere parte a questo meraviglioso progetto di ricostruzione c’è stato anche Murray, uno dei fondatori di Crêpe-ology.
Dopo l’impegno nell’aiuto umanitario ha infatti incontrato Seema Moceri nel 2008 e insieme hanno dato vita a questo luogo che mischia sapori, odori, vestiti, gioielli, design in una cornice unica: la città di Galle.
Galle è una gemma di storia vivente e pulsante al sud dello Sri Lanka. Una volta arrivati dirigetevi subito verso la “città vecchia”, il quartiere olandese. Quando arriverete qui non vi sembrerà di aver percorso un pezzo di strada bensì un viaggio nel tempo: siete tornati nel 1700. Perdetevi nelle stradine poco affollate su cui si affacciano innumerevoli case e negozi all’interno delle mura del Forte. Perdetevi in un piccolo museo a cielo aperto. Lasciatevi andare e non preoccupatevi del tempo, dopotutto avete più di 300 anni davanti a voi.
Da leggere…
Dovreste già conoscere questo titolo, è lo stesso che vi avevo precedentemente consigliato per un altro luogo sempre in Sri Lanka. Per chi non lo sapesse sto parlando di Siddharta di Herman Hesse. Attratta dalla spiritualità di questo luogo, mi ci sono voluta addentrare ancora più nel profondo.
Leggere Siddharta in un Paese dove i monaci si mescolano silenziosi tra la folla fa assumere alla storia narrata un vero e proprio colore: quello arancione delle inconfondibili e umili tuniche che loro indossano. È proprio su questo sfondo colorato che si incastona una vera e propria rivoluzione contenuta in questa storia, dove Hesse ci urla che noi e l’universo siamo una cosa sola. Noi siamo l’universo. E siamo già perfetti così, con le nostre imperfezioni, nella nostra nuda umanità. E improvvisamente non siamo più nemmeno soli, siamo parte di un progetto più vasto.
Se fino ad oggi abbiamo ritenuto che potessimo trovare le risposte alle nostre domande solo fuori di noi, questa storia ci insegna tutto il contrario: dentro di noi abbiamo già tutto quello che ci serve per diventare la forma migliore di noi stessi, abbiamo solo bisogno di imparare ad ascoltarci e a vivere secondo ciò che profondamente siamo.