Segnalibro “Oscar e la dama rosa”
Oscar e la dama rosa, Eric-Emmanuel Schmitt
Il lettore è un amante, è un viaggiatore, che vive una ricerca continua: cerca dentro se stesso, verso l’altro, nello spazio e nel tempo. Il lettore vede il mondo con mille e mille lenti diverse per colore e gradazione. Tra lettori ci si capisce, anche senza conoscersi.
E questo è quello che è successo quando ho incontrato Pasquale e Virginia, due veri lettori: ci siamo capiti, ci siamo trovati, parlavamo una lingua comune.
La storia che mi hanno raccontato sembra una vera e propria matrioska, dove all’interno convivono e si incastrano tante altre piccole storie. Il seme di tutte queste è il sentimento d’amore che lega Pasquale e Virginia alla lettura.
È entusiasmante ascoltarli: si completano a vicenda le frasi, mostrando di conoscersi non solo come persone, ma anche come lettori. A tal proposito Virginia si definisce “monogama”, non può leggere più di un libro alla volta. L’importante però è che a casa ne abbia sempre un altro pronto da leggere. Si fa prestare e presta volentieri i libri, ma guai a chi non glieli restituisce!
Nella loro libreria puoi anche distinguere a chi appartengono rispettivamente i libri, basta guardare la costa: se è rovinata e segnata sono di Virginia, se appaiono come nuovi sono di Pasquale. Lui infatti non ama né prestare i libri né farseli prestare. Ecco perché potreste trovare anche due copie di uno stesso titolo in casa loro!
Nonostante tutte queste differenze, ciò che li accomuna è più forte. Ed è qui che si apre un altro pezzo di questa matrioska: lo Scriptorium Cafè.
In questo luogo hanno messo insieme un lavoro, quello di Pasquale, con una passione che hanno entrambi: qui cibo e libri convivono. La cura con cui viene scelto e preparato il menù è la stessa con cui vengono selezionati i titoli dei libri che troverete all’interno.
Questi ultimi sono tutti pubblicati da case editrici indipendenti, perché quello che Pasquale e Virginia non vogliono perdere è la relazione, sia con le persone che con i libri. La possibilità di poter avere un rapporto diretto e familiare con l’editore contribuisce non tanto all’idea della vendita del libro in quanto prodotto, quanto a quella di un desiderio comune di condividere una storia che vale la pena conoscere. Inoltre, se voleste dei consigli su quali libri acquistare, potete chiedere direttamente a loro: nessun titolo arriva sugli scaffali dello Scriptorium Cafè se prima non è stato letto da Pasquale o Virginia. Ma non temete, sarete i benvenuti anche con un vostro libro in mano, anche loro amano leggere in giro per la città e potranno quindi capire il vostro desiderio: ve l’avevo detto, sono lettori.
Da leggere…
Per due lettori come Pasquale e Virginia scegliere solo un titolo da segnalarvi non è stato facile. Ma alla fine sono riusciti ad identificare due libri che, secondo loro, dovete assolutamente leggere.
Iniziamo da Virginia. Il suo titolo è “Svegliare i leoni” di Ayelet Gundar-Goshen. È la storia di un dottore che, guidando una notte, uccide in un incidente stradale un migrante e decide di scappare. Il corpo della storia è la ricostruzione non dei fatti di quella notte, bensì di ciò che succederà dopo. .
Pasquale vi consiglia invece “Il bisogno di libertà” di Larsson. Un tema, quello della libertà, che nonostante l’autore affronti con una sorta di autobiografia, riguarda tutti noi. Ecco Larsson riesce, in questo libro, a riportare il valore della libertà ad una dimensione quotidiana, che tutti noi possiamo vivere.
Infine c’è il mio titolo, ed è “Oscar e la dama in rosa”, di Éric-Emmanuel Schmitt. L’ho scelto perché, anche questo, è la storia di un incontro tra due persone molto diverse tra loro ma che, nonostante questo, riescono a trovarsi intimamente e profondamente. Il racconto del rapporto tra Oscar e Nonna Rose ci ricorda che ogni persona che incontriamo lungo la strada della nostra vita può essere un’occasione per arricchirsi e trasformarsi. Che possiamo sempre imparare e stupirci. Che quello che cambia l’esistenza delle persone non sono solo i grandi avvenimenti, ma anche i piccoli gesti. Che quando ci relazioniamo così profondamente e sinceramente con un’altra persona, quello che doniamo all’altro crea anche uno spazio dentro di noi per prendere tutto quello che ancora non abbiamo e non conosciamo. Che in fin dei conti l’eterno è un’altra cosa che il semplice poter vivere per sempre: è un’istante di luce abbagliante che non si spegnerà mai.
Incontrare Veronica è stato come essere travolta da un vento rigenerante e, quindi, non è facile per me ora raccontare questo incontro avvincente racchiudendo in poche parole la sua incredibile energia e vitalità.
Veronica è la proprietaria nonché l’ideatrice del MAM, il luogo in cui mi sono imbattuta mentre passeggiavo tra le vie milanesi in zona Porta Romana. In realtà questo non è solo un luogo, è una storia e come tutte le storie anche questa comincia con un titolo: MAM, Milano Amore Mio. Lei me l’ha raccontata partendo da un libro che tiene proprio lì: “l’arte della guerra” di Sun Tzu, da leggere e da colorare. Già, proprio così, da colorare. Per Veronica questo libro infatti è la metafora della filosofia del MAM, che vede mescolarsi contemporaneamente un luogo fisico, fatto di dettagli e di colori ad un’emotività che ne scaturisce.
Vi sono tante altre cose che qui è possibile vivere, sta a voi scegliere come: le persone che potrebbero sedersi accanto a voi nei tavoli condivisi, i libri da colorare a disposizione per tutti, il tempo che trascorrerete al suo interno. Lo spazio che vi circonda risente di tutta la creatività e l’esperienza passata di Veronica, che nasce come arredatrice prima e proprietaria di un negozio vintage poi.
Guardatevi attorno e lasciate che i vostri occhi si perdano tra quei mille dettagli di arredi e colori che, seppur diversi, convivono sorprendentemente insieme. Il tutto è accompagnato, durante l’orario dei pasti, da una cucina vegetariana di ispirazione ebraica. All’inizio temevo che questa scelta ricadesse su una superficiale tendenza attuale, ma Veronica ha poi spazzato via ogni incertezza raccontandomi che questa decisione ha sempre a che vedere con una storia che vuole condividere. La tradizione culinaria ebraica è infatti una sorta di cucina narrativa, intrisa di storia: ne è letteralmente ripiena con i suoi sapori, odori e contaminazioni che si sovrappongono e si mescolano alla storia del suo popolo.
Veronica mi ha poi confidato di aver letto i suoi libri in moltissimi posti diversi, immergendosi e perdendosi dentro la storia che aveva tra le mani. Si è quindi entusiasmata all’idea che io potessi invitarvi a leggere proprio qui, nel suo luogo. Mentre parlavamo ha definito la lettura un “luogo di salvezza dell’anima”. Non trovate che sia bellissima come affermazione? Per me è meravigliosa, è come se restituisse alla lettura una dignità che sembra ormai andata perduta, come se dicesse che non possiamo fare a meno di leggere, il nostro spirito ne ha bisogno. Lei dice anche che c’è un altro luogo di salvezza della sua anima, il ricamo, sottolineando che se ne avesse la possibilità farebbe solo queste due attività nella sua vita, leggere e ricamare. Veronica desiderava che scrivessi questi suoi pensieri. Perché questo ha fatto Veronica durante il nostro incontro, si è raccontata sempre con il sorriso e senza mai essere scontata, condividendo il suo mondo interiore che nel MAM si è fuso con l’arredo, i colori e la musica, anch’essa scelta con cura.
Il MAM è quindi una storia d’amore verso Milano, verso le persone che ci abitano e anche verso quelle che sono solo di passaggio. Andate a scoprire questa storia.
Da leggere…
Veronica non ha alcun dubbio sul libro da consigliarci: il maestro e Margherita di Michail Bulgakov.
“Perché?” le domando.
“[…] È una storia di donna, d’amore. È la storia delle storie. Per qui è perfetto”. Sono queste le uniche parole con cui riesce a descrivermi questo libro. Io non l’ho mai letto , ma non ho bisogno di sapere di più per farlo. A me è bastato vedere il suo entusiasmo nel parlarmene. E sorridendo aggiunge che sono veramente fortunata, perché lo leggerò per la prima volta. Anche voi siete tra i fortunati?
Per quanto riguarda il mio consiglio, vi confido che non sono riuscita a scegliere un libro senza prima consultarmi con Veronica. Temevo di mettere dentro questo luogo una storia che non c’entrasse nulla. E non volevo correre questo rischio, visto che il MAM di per sé è già una storia. Insieme abbiamo quindi scelto Martin Eden di Jack London per il suo realismo. È la storia di una vita vera, raccontata e vissuta in tutte le sue contraddizioni, limiti e fatiche che l’uomo vive non solo quando desidera ardentemente arrivare alla sua meta, ma anche quando riesce davvero a raggiungerla. Vivere il sogno che abbiamo realizzato può rivelarsi molto distante dalle nostre aspettative, rivelandosi ciò che in realtà non volevamo per noi stessi.
Tutti i luoghi di cui leggete li ho scovati io, per combinazione o per scelta. Camminando in una direzione precisa o semplicemente perdendomi per le diverse città, percorrendo strade inaspettate o itinerari conosciuti. Ma anche viaggiando verso posti mai visti. La ricerca o la scoperta dei luoghi raccontati fino ad ora è avvenuta così. Tranne per quest’ultimo di cui presto leggerete.
È lo Scriptorium Cafè, è stato lui a trovare me. Un posto che potrebbe già essere noto a qualcuno che vive o conosce Milano. Anche io ci ero passata, ma qualcosa è cambiato, anzi sta cambiando. Questo luogo è
infatti ora un cantiere di idee e cambiamenti guidati e portati avanti da Pasquale e Virginia. Sono proprio loro che mi hanno contattata per raccontarmi del loro progetto che ha come protagonisti i libri.
Pronti a riscoprire lo Scriptorium Cafè?